Oggi voglio raccontarvi del giacinto nella mitologia greca e romana.
Questa pianta i cui fiori hanno unprofumo intenso ed oggi, colori variegati, appartiene alla famiglia delle liliaceae ed è originaria dell’Asia Occidentale.
Il termine hyacinthus deriverebbe dalle parole giak, di origine greco-albanese che significa rosso scuro o porpora, e dal suffisso inthos, che significa pianta.
Apprezzato già dai greci e dai romani che ne celebravano la bellezza, e’ citato da Plinio, Virgilio, Columella e Ausonio nei loro scritti.
A Sparta la sua fioritura era festeggiata con delle celebrazioni particolari che presero il nome di feste giacinzie, mentre in tutto il territorio dell’antica Grecia le ragazze mettevano sul capo una corona di giacinti durante la cerimonia nuziale di un loro fratello. Pausania inoltre racconta che era un fiore sacro a Cerere e che durante le celebrazioni a lei dedicate, i giovani si incoronavano con una corona di giacinti.
Ovidio nelle Metamorfosi, narra del dio Apollo che si era invaghito di un suo compagno di giochi, il bellissimo Giacinto, un giovane spartano. Un giorno, mentre Apollo e Giacinto stavano giocando al lancio del disco, Apollo lo colpì alla testa perchè il lancio fu deviato da un soffio di Zefiro, dio del vento di Primavera, anche lui innamorato del giovane e geloso di Apollo, provocandone così la sua morte. Apollo, in preda alla disperazione per la perdita del caro amico, fece nascere un fiore che glielo potesse far ricordare per l’eternità.
A questo fiore diede il nome del bel giovane, Giacinto, ed il colore rosso, come il suo sangue.